È l’idrogeno blu la nuova frontiera del settore della produzione energetica?

L’idrogeno blu potrebbe diventare la nostra nuova fonte energetica principale

Scienziati e tecnici specializzati stanno lavorando proprio in questo momento al miglioramento delle tecniche che abbiamo oggi a nostra disposizione per produrre e stoccare idrogeno, così da poter far diventare questa sostanza una delle principali fonti energetiche al mondo. Al momento i processi che conosciamo, infatti, non rappresentano ancora una soluzione definitiva alla questione ambientale. 

Il problema è che, per poter essere portati a termine, i processi produttivi devono sfruttare i combustibili fossili cosa che porta all’emissione di CO2. Tuttavia, ora è disponibile una nuova tecnica che consente di bilanciare le emissioni inquinanti; si tratta di una scoperta molto importante che rappresenta un passo molto importante nella lotta all’inquinamento atmosferico.

Il risultato che si ottiene da questo innovativo processo è un tipo di idrogeno conosciuto come idrogeno blu. La caratteristica principale di questa tecnica produttiva è che tutta – o almeno in parte – la CO2 che si viene a creare, assieme all’idrogeno viene, viene recuperata. Si tratta di una vera rivoluzione che tra qualche anno potrebbe davvero trasformare il settore energetico. 

Come si produce l’idrogeno blu e quali sono le limitazioni riscontrate fino ad oggi

Ma come mai non stiamo ancora sfruttando al massimo questa soluzione? La verità è che il metodo più utilizzato per la produzione di idrogeno blu – il cosiddetto Steam Reforming dà origine a una CO2 caratterizzata da una pressione talmente bassa da renderne molto difficile il recupero. Secondo i dati ufficiali, si parla di una percentuale di recupero che può variare dal 60 al 90%. 

Se a questo si aggiunge la difficoltà riscontrata al momento dello stoccaggio della CO2 – oggi come oggi non sono ancora stati individuati metodi del tutto sicuri e comprovati nella loro efficienza – diventa evidente come mai gli esperti pensano che ci vorrà ancora qualche tempo prima che l’idrogeno blu possa diventare la nostra fonte energetica principale

Tuttavia, sono parecchi i dati che ci fanno ben sperare che in futuro l’idrogeno blu possa sostituire le fonti energetiche ben più inquinanti che continuiamo a sfruttare in modo primario. Per esempio, attraverso il metodo di produzione Autothermal Reforming – oggi  per varie ragioni tecniche ancora poco diffuso – è possibile recuperare totalmente la CO2, mentre per risolvere il problema dello stoccaggio ci si sta muovendo in modo tale da predisporre i giacimenti di gas naturali e di petrolio ormai esauriti a svolgere questo compito.